giovedì 19 aprile 2018

Nicole e i "nili" di nonno Gianni

La nostra piccola Nicole ha quasi raggiunto i due anni di età. Dalla scorsa primavera, insomma non appena è riuscita a camminare senza ruzzolare a terra al primo passo, l'abbiamo portata a vedere gli animaletti che circolano per il cortile di casa. Ha così potuto conoscere le pacifiche galline, i galli bell'imbusti, i temibili tacchini, le timidissime anatre, le guardiane del cortile ovvero le oche e, dulcis in fundo, i conigli. Dalla prima volta che mio padre... nonno Gianni, ha mostrato alla nipotina i cuccioli di coniglio, la piccola ha iniziato ad emettere lunghissime esclamazioni di gioia e stupore. Il tutto più o meno risuona così: Uuuuuh... nili! che bedooo...
Ora, la Nicole, invece di incespicare e cadere al primo ciuffo d'erba, rincorre le povere galline che le capitano a tiro ma soprattutto può delicatamente toccare i suoi amati coniglietti.
Sono curioso di vedere la sua reazione quando il nonno le mostrerà i piccoli di oca ed anatra appena arrivati.





mercoledì 11 aprile 2018

Escursione sul Monte Petrano: da Pian di Polea alla Rocchetta passando per Mòria

Periodicamente sono colpito da uno strana ed irrefrenabile voglia di camminare: inizio ad essere irrequieto, ricordo con malinconia le avventure avute camminando e fantastico continuamente su loghi che dovrei vedere. L'unico modo per calmare queste voglie... è infilare gli scarponi ed iniziare a camminare fin quando non mi sento sfinito.
Proprio quello che è successo nel mese di gennaio appena trascorso quando, dopo un momentaneo ritiro delle nevi, ho voluto inerpicarmi sulla cima del Monte Petrano.

Una montagna semi-conosciuta
Il Monte Petrano è una modesta cima di 1162 m, fa parte dell'Appennino Umbro - Marchigiano trovandosi stretto tra il Massiccio del Catria ed il Monte Nerone, separato da questi dai fiumi Bosso e Burano. 
Nonostante il Petrano non sia una grande montagna è noto per la sua sommità caratterizzata da un enorme altipiano erboso molto frequentato durante la bella stagione. La strada principale che raggiunge la cima parte dalla cittadina di Cagli (PU), sul versante di sud - orientale della montagna, molto conosciuta dai ciclisti da quando nel 2009 è stata la salita finale del tappone appenninico Pergola - Monte Petrano.
Ma oltre a questo, cosa è noto di questa montagnetta? Molto poco se non nulla.
Del resto basta pensare che le pendici del Petrano sono quasi del tutto prive di presenza umana eccezion fatta per il versante sud - occidentale con i villaggi di Mòria e Palcano. Lungo le strade dissestate di queste due remote frazioncine si possono incontrare oltre a qualche indigeno, cacciatori, boscaioli e pochi altri. Una vera desolazione insomma.

Cercando sul Web notizie sul Monte Petrano ho scovato due siti piuttosto interessanti che vi segnalo:

L'itinerario
Sul Monte Petrano fino ad ora non ho mai fatto un'escursione degna di essere chiamata con questo nome. Solo una camminata, tempo fa, in cui sono salito sull'altipiano attraverso la strada principale chiusa per frana, (A passo lento sul Monte Petrano). Da quella piccola uscita mi sono convinto che valesse la pena entrare in "confidenza" con il Petrano, il quale di certo mi avrebbe ripagato con qualche bella emozione.
Pensando ad un'escursione mi sono convinto che il miglior modo per potermi approcciare alla montagna sarebbe stato partendo dal basso per salire fin sulla cima attraverso uno dei versanti meno frequentati.
Consultando le mappe escursionistiche scovo un bel percorso il n°72 che, dal paese di Pianello, nel comune di Cagli (PU), sale il versante sud - occidentale del Monte Petrano passando per il villaggio di Mòria e poi continua fino alla cima denominata la Rocchetta.


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Andando nel dettaglio, la partenza della mia escursione sul Monte Petrano si trova a Pian di Polea, nei pressi di Pianello, all'inizio dell'asfaltata che porta al villaggio di Mòria. Per cominciare si sale la strada asfaltata fino al borghetto arroccato sul fianco della montagna, oltrepassato questo un sentiero a sinistra conduce sul fondo di una valle, il punto di congiunzione dei torrenti Teria e Pian della Rava. A questo punto bisogna risale l'intero fosso di Pian della Rava, in cima a questo si trova il Monte Roccaccia il quale con i suoi 1065 m è la seconda cima del Petrano. Dalla Roccaccia la vetta del Petrano, detta Rocchetta 1162 m, è ben visibile sormontata com'è da diversi ripetitori e raggiungerla attraverso i prati è cosa facile.

Le foto
E' l'alba quando raggiungo Pian di Polea, lungo il fondovalle le nebbie iniziano a tingersi con colori caldi. Una volta pronto inizio a camminare sulla strada asfaltata che sale a Morìa.
Si tratta di un tratto di strada piuttosto lungo e con numerosi tornanti.
Alla mia destra, oltre la nebbia, si estende la Serra di Burano, modesta catena montuosa ricoperta di boschi che divide le Marche dall'Umbria.
Salendo noto che le nebbie nella sottostante Valle del Bosso si stanno diradando dandomi la possibilità di osservare il paesino di Pianello.
Ecco il cartello di Mòria... per chi non è della zona come me è stato un rebus la pronuncia di questo nome, inizialmente pensavo che il villaggio prendesse il nome da chissà quale grande epidemia, magari di vacche come direbbe il buon Tottò, informandomi ho scoperto che la pronuncia necessita di accento sulla o.

Ed ecco le case del borghetto con la minuscola chiesa di Sant'Apollinare in testa. Il paese di Mòria ha la particolarità di essere la frazione di due comuni infatti una parte di questo ricade su Cagli mentre l'altra su Cantiano, il confine da come ho letto passa sotto l'altare della chiesa.

Una casa dalle forme particolari fatta con le tipiche pietre rosa della zona.
Salendo per la centrale via acciottolata di Mòria.
Alcuni ruderi alla fine del paese.
Fuori Mòria la strada prosegue con un lungo rettilineo da dove si ha una panoramica sul desolato territorio circostante.
Il tracciato del sentiero che sto seguendo, il 72, devia a sinistra, su una stradicciola sterrata.
Sul poggio accanto alla strada noto questa solitaria edicola sacra eretta dagli abitanti di Mòria.
Infatti il piccolo promontorio ha una vista privilegiata sul paese.
Proseguo verso il fondo della valle che ho difronte.
Il sentiero per la discesa è facile e ben individuabile.

In poco tempo raggiungo il fondo dove occorre guadare il torrente. Non ne ho la certezza ma questo dovrebbe essere il Fosso Teria che poco più avanti si unirà al Fosso di Pian della Rava per continuare il suo tragitto attraverso una gola selvaggia fino a confluire nel Torrente Bosso.
Inizio la lunga risalita di Pian della Rava.
Un tratto dell'ascesa lo si percorre lungo una diruta strada.
Al secondo tornante si abbandona la strada e si continua per un sentiero.
Oltrepassato un capanno in rovina si continua attraverso il bosco.

Fino a quando la segnaletica non va a farsi benedire perché i boscaioli la scorsa estate hanno eliminato tutto e creato una pista che sale perpendicolare al vallone. In questo tratto la salita è veramente dura.

Mi guardo dietro ad osservare tutta la valle di Pian della Rava con in fondo il Monte di Mòria che la chiude.
Finalmente ritorno nel bosco ed anche led pendenze diminuiscono.
In breve si raggiungono i prati che si trovano sotto il Monte Roccaccia.
Salgo tenendo come riferimento il piccolo rifugio ai piedi della scarpata.

La sagoma inconfondibile della Roccaccia con accanto la strada che sale dal villaggio di Palcano.
Sotto di me, in direzione sud - ovest, osservo le nebbie diradarsi nella Valle del Burano, dove si trova Cantiano.
Dall'altro lato invece un prato sconfinato culmina con la cimetta del Petrano, la Rocchetta.
Inizio l'avvicinamento, a metà strada è possibile abbeverarsi in una sorgente di ottima acqua. 

La salita alla sommità è ben poca cosa ma da qui si ha una visuale impareggiabile su tutto il circondario.
Verso settentrione si ha la panoramica sull'altipiano del Petrano e poi ancora più a nord si trova il complesso del Monte Nerone.
Dall'altra parte verso meridione invece si trova il Massiccio del Catria.
Se si guarda in basso poi si possono vedere alcuni dei numerosi edifici costruiti sui pianori di questa montagna.
Le nebbie ricoprono le valli a est, in direzione del Mare Adriatico.
Mentre sto scendendo dalla cima per tornare indietro, tra le pendici del Catria, scopro in lontananza delle cime innevate.
Si tratta di certo dei Monti Azzurri, i Sibillini. Un mondo così lontano per una volta sembra essersi avvicinato alle mie montagne.

lunedì 2 aprile 2018

Finalmente la primavera!

Le prime giornate di sole e le temperature miti hanno fatto esplodere le fioriture per tutta la campagna. Si tratta di uno spettacolo a cui non ci si può mai fare l'abitudine soprattutto dopo un inverno lungo come quello appena trascorso.