giovedì 2 maggio 2013

Escursione sul Monte Nerone: Il sentiero 18

Primi giorni di Aprile, più che primavera pare ancora inverno. Nonostante le freddolose sensazioni ho voluto dar ascolto al calendario, voglioso com'ero di una bella passeggiata nella natura. 
Il luogo scelto per questa prima escursione della stagione si trova alle pendici nord-orientali del Monte Nerone, lungo la suggestiva strada di Rocca Leonella. 
Da diverso tempo sono venuto a conoscenza di una grotta, un antico eremo rupestre dedicato a Santa Lucia che si trova proprio da quelle parti e la cosa mi ha subito incuriosito. Dopo essermi documentato al meglio, ho scoperto che l'antico cenobio è dislocato lungo il tracciato di un sentiero che raggiunge i prati sommitali del Nerone segnalato sulle mappe escursionistiche con il numero 18. Meglio di così non poteva essere! parto bel bello per questa camminata intento a visitare l'eremo e poi inerpicarmi fino ai verdi pascoli della montagna. 
Raggiungere la strada di Rocca Leonella, dove è posto l'inizio del sentiero 18, non è difficile: si può imboccare da Cagli e precisamente dal borgo di Secchiano oppure da Piobbico. Il percorso escursionistico si trova tra i villaggi di Fosto e Cardella nei pressi di un ponte, adiacente a quest'ultimo è presente un spiazzo dove poter lasciare l'auto mentre dall'altro lato della strada una viuzza di ghiaia prosegue lungo il lato sinistro del Fosso detto Tragolone...è l'inizio del percorso. 
La camminata parte tranquilla ma non appena la stradina bianca curva decisamente a destra la si lascia per proseguire lungo il corso d'acqua. Giunto difronte a delle suggestive cascatelle bisogna guadare il torrente e affrontare una ripida salita. Terminato lo strappo, un cartello giallo appeso ad un albero segnala il passo per raggiungere l'Eremo rupestre di Santa Lucia. La deviazione richiede 10 - 15 minuti e sono tutti in salita, la grotta infatti è posta sul fianco del Monte Carpineto. Tanta fatica ma il panorama è uno spettacolo, durante la salita è possibile godere appieno la bellezza della cascata oltrepassata in precedenza, difronte alla grotta la vista sulla Valle del Tragolone e su questo angolo del Monte Nerone è eccezionale per non parlare poi dell'antico cenobio. L'Eremo rupestre di Santa Lucia risale al XII° - XIII° secolo, oggi appare lasciato all'abbandono ma nonostante ciò continua ad emanare uno strano fascino. All'interno della grotta si trovano frammenti di un altare e una parete con resti di affresco raffigurante Santa Lucia mentre un passaggio nel muro conduce al fondo dell'anfratto. Non mi sarei stupito se entrato ad esplorare la parte più profonda della grotta avessi incontrato l'anacoreta Pantaleo il quale, ne sono certo, mi avrebbe accolto con queste semplici parole: "Chi voi sete, fili? Semo viandanti, Pater. Entrate, fili! Gratias, Pater. Prego, fili! Lo perché tu parli e te rispondi da lo solo, Pater? Sono alla solitudo abituato e tal a ragionar da me a me stesso, fili. [...] Ed in cotale solitudo venetti a scienza che la vita è una serpa di desgrazie con qualche sciagura!"
Terminata la visita all'eremo scendo per riprendere il tragitto del sentiero 18, d'ora in poi il percorso è privo di segnaletica, per raggiungere le praterie sommitali bisogna puntare verso le grigiastre pareti del Picco Cimaio e risalire l'intera valle del Tragolone. Il tratto più comodo dell'ascesa termina ben presto in uno spiazzo in ghiaia al centro della valle, da qui si prosegue su una stradina che svoltando subito a sinistra sale a zig-zag sulla montagna oppure si prende il primo sentiero che si inerpica. L'ascesa è lunga ma il panorama e le imponenti balze del Ciamio fanno dimenticare per qualche attimo la fatica. Raggiunto il vertice della parete rocciosa noto ancora alcune chiazze di neve, ho oltrepassato i mille metri di quota, il vento soffia forte, inizia a far freddo. La mulattiera abbandona il Cimaio e mi porta fino alla Sorgente dell'Acqua Ghiacciata, in estate, dopo tanta fatica per arrampicarsi fin quassù, la fonte deve essere considerata una vera e propria oasi dagli escursionisti. Riempita la borraccia continuo il cammino, gli alberi iniziano a lasciar spazio alle radure e una volta raggiunto il bordo del bosco ecco apparire la Casciaia Mochi, un rifugio purtroppo chiuso che rappresenta il culmine del sentiero 18. La prateria appare spoglia, povera, sui picchi maggiori del Nerone la neve è ancora presente tanto quanto il vento ed il freddo... meglio scendere subito verso l'aria più mite della valle.

Le foto dell'escursione...

Inizio del cammino, la vegetazione ha solo qualche sussulto di primavera. Sullo sfondo si ergono le imponenti pareti del Monte Cimaio (1249 m s.l.m.).
Le belle cascatelle del Fosso Tragolone.
Abbandonato il ruscello inizio la salita per visitare l'Eremo rupestre di Santa Lucia, la fatica è tanta ma alla fine vengo ripagato... ecco la grotta!
Residuo di una parete esterna all'anfratto.
L'interno della grotta.
Vista verso l'esterno.
Ciò che resta dell'antico affresco raffigurante Santa Lucia, attorno è pieno di scritte d'ogni tipo ed epoca.
La parete nell'insieme con il piccolo altare, c'è anche un quaderno dove poter scrivere una dedica.
Fuori dalla grotta la vista sulle cime montuose.
Ma quelle che mi interessano sono le balze del Monte Cimaio.
In prossimità dello spiazzo che da inizio alla salita sulla montagna do uno sguardo alle mie spalle.
Fin qui il percorso è stato costellato da numerose viole e infiniti gruppetti di primule.
Il Monte Carpineto (827 m s.l.m.), i suoi scoscesi fianchi custodiscono l'Eremo di Santa Lucia.
Lungo la salita questi altri fiori ammantano le sterpaglie.
Vista sulla Gola del Furlo.
Eccomi finalmente vicino alle pareti del Cimaio.
Altri fiori, tra cui il magnifico bucaneve.
Ai piedi delle balze guardo valle.
Il Monte di Montiego (975m s.l.m.).
Particolare della parete, il cielo velato dalle nubi infonde un colore quasi lunare alla roccia. Ogni tanto qualche sasso rovina sui ghiaioni sottostanti, meglio evitare di avvicinarsi.
Finalmente sotto la cima del Cimaio!
La strada si allontana dalle balze, pare ancora inverno sopra quota mille.
Alla prima radura do un'occhiata al suggestivo Monte Cimaio.
Particolare della vetta.
Ai confini del bosco ecco la Fonte dell'Acqua Ghiacciata.
Poco dopo sono sui prati sommitali ed ecco Casciaia Mochi 1182 m s.l.m.
Ancora il Cimaio ma questa volta visto dai pascoli.
Oltre Casciaia Mochi, uno sguardo verso le cime del Nerone, quello all'orizzonte dovrebbe essere il picco chiamato La Montagnola. Giunto alla fine del mio percorso sono sopraffatto dal freddo, il tenue sole che ogni tanto mi ha rincuorato lungo il tragitto sembra definitivamente scomparso...è ora di tornare. 

Guarda il percorso dell'escursione sulla mappa.

5 commenti:

  1. Che fantastico questo che fai, Barba! Percorrere questi sentieri alla scoperta della natura in pieno svolgimento! E molto bello, anche, quest'eremo che hai trovato! Veramente voi, italiani, avete tante cose da esplorare lá! Complimenti. Bel post.Saluti.

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    1. Grazie mille Patzy!
      Vero... ogni angolo del mio paese trasuda storia ma vorrei vedere prima o poi i grandi spazi del tuo.

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  2. Strano monte il Cimaio, paesaggio quasi lunare...

    Ciao Roberto

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    1. Strano e sconosciuto picco del Nerone ma mi ha stupito.
      Ciao a presto!

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  3. Bellissimo! Il monte Nerone mi manca.

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