mercoledì 5 settembre 2012

Sulla vetta del Monte Catria attraversando la Balza degli Spicchi

Il Massiccio del Catria possiede oltre alle due cime principali, Catria e Acuto, numerosi rilievi secondari, poco frequentati se non addirittura quasi sconosciuti. La Balza degli Spicchi fa parte di questi rilievi "minori" che buona parte delle masse di avventori estivi e non solo ignorano.
La balza è l'appendice meridionale del Monte Catria, la quale si allunga con un'irta dorsale fino ai prati di Pian d'Ortica, nella porzione umbra del massiccio. Il picco massimo raggiunto dalla Balza degli Spicchi è di 1526m s.l.m., che ne fa la terza cima del gruppo montuoso.

Personalmente consiglio a colo che sono intenzionati di fare escursioni sul Catria di includere nei lori itinerari la Balza degli Spicchi. Poter "cavalcare" una cresta irta come questa può rivelarsi difficile, non adatta a chiunque ma certo di grande appagamento, inoltre i tratti più pericolosi possono essere aggirati attraversando la faggeta che ricopre il versante orientale del rilievo.

La mia escursione è piuttosto breve e parte poco distante dalla Balza degli Spicchi, questo grazie (lo dico con triste ironia), alla grande quantità di strade che attraversano l'intero complesso montuoso. Stabilisco il punto di partenza alla Fonte dell'Insollio, proprio sotto le creste che mi interessa raggiungere. La fonte a 1224 m di quota, non è altro che un fiotto d'acqua costretto in un abbeveratoio, circondata però da una stupenda faggeta. Inizio il camminino percorrendo la strada che passa proprio sopra alla sorgente dell'Insollio fino a quando non arrivo a un tornante, a questo punto per evitarne un secondo attraverso il bosco in salita ed in pochissimo tempo mi ritrovo nelle praterie di Pian d'Ortica 1374m s.l.m.. I prati, guarda un po... sono attraversati dall'ennesima strada, a nord di questa la prateria si inerpica sui morbidi fianchi di un colle: è l'inizio della Balza degli Spicchi. Il primo tratto di salita è caratterizzato da una recinzione che è possibile scavalcare con apposite scalette, oltrepassata questa il dolce pendio smette di essere tale e le pendenze aumentano decisamente. Il panorama però ne guadagna, si riesce a vedere tutto l'Appennino Umbro-Marchigiano a sud del Catria, con un po di fortuna anche i Sibillini oltre a un'ampia visuale sul resto delle due regioni. Raggiunta la cima si capisce il motivo per cui la balza è stata chiamata degli Spicci: diversi spuntoni di roccia schizzano verso l'alto spezzando le morbide linee viste fino ad ora. Oltrepassato il picco principale con una certa facilità, si apre una bellissima vista sul Monte Catria; peccato per l'ennesima strada che deturpa lo scorcio. Cavalcare gli spicchi di roccia restanti è impresa ben più ardua ed in alcune occasioni ho preferito passare per la maestosa faggeta sottostante. In prossimità del Catria le balze si appianano definitivamente e raggiungere il suo versante meridionale diventa cosa facile. L'ascesa a quest'ultima montagna è altrettanto semplice, non richiede sforzi notevoli ma trovarmi ai piedi della croce sommitale a 1701m, mi emoziona sempre.
L'intero percorso non richiede più di due ore.

Le foto...

L'inizio del mio cammino Fonte dell'Insollio, un abbeveratoio umido ma circondato da una splendida faggeta.
Ecco dalla vegetazione far capolino un fianco del Monte Catria.
 Questo è il panorama che si gode da sopra Pian d'Ortica, a destra quel cocuzzolo è il Monte Cucco 1566m s.l.m.
 Ogni volta che vedo il giglio rosso di montagna è un emozione, impossibile non fotografarlo.
 Pian d'ortica vista dal fianco sud della Balza degli Spicchi. Dietro lo sguardo si apre sull'entroterra anconetano con il Monte San Vicino che primeggia all'orizzonte.
 Iniziano gli spicchi! e la figura del Catria si staglia difronte a me. Purtroppo l'onnipresente strada deturpa e non poco la cima più alta del pesarese, è detta da alcuni la "Z" del Catria.
 Su quella che presumo essere la cima della Balza degli Spicchi, a 1526m, osservo il Cucco.
 Nuovi spicchi rocciosi da affrontare.
 Altra bella immagine su quel che resta della balza e sul Monte Catria, da notare come la strada passi più volte nella faggeta sul fianco della cresta.
 Appena sceso da uno spicchio di roccia mi avvicino al prossimo bello gagliardo!
 L'ultimo grande spicchio di roccia appena "cavalcato"... che emozione!
Ma il percorso si è fatto un po troppo impegnativo per i miei gusti, preferisco transitare poco più sotto, in questa maestosa faggeta.
La balza si appiana, sono prossimo alle pendici del Catria.
Un dolce sentiero in cresta sale piano piano...
 Tutta la Balza degli Spicchi vista da nord.
 Eccomi sul fianco meridionale del Monte Catria, sulla strada che conduce il turista pigro fin sulla cima... purtroppo!
 I bellissimi cavalli del Catria.
 Ecco la grande croce! sono arrivato...
 ...e mi avvicino per ammirarla sotto questo limpido cielo.
 Ancora più a nord ecco il Monte Acuto 1668m, la seconda vetta del gruppo montuoso.
 Dalla cima del Catria verso i crinali di nord-est.
Le due croci, questa piccola indica il punto in cui si può vedere l'Eremo di Fonte Avellana.
Ormai si fa sera...è ora di tornare a casa purtroppo.

Guarda il percorso sulla mappa.

domenica 2 settembre 2012

Onferno

Qualche giorno fa sono riuscito a ritagliarmi un po di tempo libero: stacco dal lavoro e dopo aver sbrigato qualche faccenda nella bollente Riviera Romagnola, inizio a zigzagare solitario nelle desolate colline della Val Conca fino ad Onferno.
Cosa o dove sia questo luogo dal nome così strano lo sanno ben pochi...
Onferno è una piccola località nel comune di Gemmano (RN), a ridosso del confine marchigiano, assieme al territorio circostante fa parte della Riserva Naturale Orientata di Onferno, un'area protetta dell'estensione di soli 274 ettari.
La riserva fu istituita nel 1991 per salvaguardare l'integrità di alcune grotte di origine carsica, habitat ideale di diverse specie di pipistrelli: animali sempre più rari e preziosi per l'ecosistema. Oltre alle grotte Onferno è sinonimo di gesso, infatti qui da sempre si estrae questo minerale che addirittura affiora un po ovunque nella superficie. Probabilmente il gesso fu il motivo per cui in un luogo così desolato venne edificato addirittura un castello, conosciuto fino al 1900 con il nome "Inferno", appellativo certamente coniato per via delle oscure grotte zeppe di pipistrelli.

In questa frugale zingarata tra Onferno e dintorni, certo non ho avuto modo di vedere le grotte ma la il paesaggio che si può ammirare colpisce... le foto per dimostrarlo...

Lasciata la confusione tipicamente balneare di Cattolica e la trafficata Morciano mi addentro sui più silenziosi colli della Val Conca. A nessuno può sfuggire l'imponente rocca di Montefiore Conca...magnifica!
Montefiore  e l'ambiente circostante.
Si arano i polverosi campi all'ombra del Monte Titano.
Si arriva ad Onferno, c'è sapore di antica campagna.
I tipici calanchi della romagna.
Il minuscolo castello di Onferno arrampicato su una rupe di gesso.
L'area di Onferno...campagna desolata a perdita d'occhio.
Uno sguardo più attento su castello e colle.

Guarda dove si trova Onferno.