martedì 5 luglio 2011

Escursione sul monte Paganuccio - Da San Gervasio alla cima

Finalmente torno sul blog con la mia prima vera camminata di quest'anno, durante la trascorsa primavera, alla scoperta dei sentieri e delle strade nel monte Paganuccio. Una vera e propria esplorazione del promontorio nella Riserva naturale statale della Gola del Furlo.
Per la prima volta ho voluto affrontare la salita dal versante est del monte Paganuccio, probabilmente il meno noto e peggio segnalato ma alla prospettiva di conoscere nuovi "anfratti" non mi tiro indietro. La sensazione di isolamento che si prova su questo versante della montagna, credo di non sbagliarmi nell'affermalo, è rimasta intatta nei secoli, probabilmente per questo molti briganti si rifugiarono nella zona durante il XIX° secolo e non di meno i partigiani nel ultimo conflitto mondiale. Camminare su questi sentieri è un po ripercorrere passo passo la storia e i racconti locali.

Ma veniamo all'itinerario: si parte dalla piccola località di San Gervasio, comune di Fossombrone (PU), più precisamente ai piedi della collinetta dove sorge l'antico borgo per imboccare la strada di ghiaia che proprio in quel punto si distacca dalla principale. Subito partito, noto una massiccia costruzione in pietra ormai riconquistata dalla natura molto fascinosa. Proseguendo sempre sulla strada si arriva ad una curva, è il punto da dove inizia ad inerpicarsi il sentiero verso le praterie del monte Paganuccio. Quasi fin da subito per via della segnalazione inesistente sbaglio ed imbocco un sentiero utilizzato dai boscaioli per raggiungere le loro ultime macchie su questa montagna. Un tempo, non poi così tanto lontano, i monti dell'attuale riserva del Furlo erano enormemente sfruttati dalla popolazione, i boschi che oggi si vedono sulle loro pendici o non esistevano oppure vennero sfruttati massicciamente per ricavarne legname. Oggi è assai diverso, anche se la mano dell'uomo è ancora ben visibile ovunque, la natura è tornata padrona fino a riportare su queste montagne animali scomparsi ormai da tempo come il lupo.
Tornando alla mia camminata; continuo a salire sulla "via dei boscaioli" fino a raggiungere un altipiano boscoso dove la sega e la scure non giungono da molto tempo, il sentiero si stringe fino a stroncarsi davanti a innumerevoli chiome di abeti da rimboschimento spezzatesi durante quest'ultimo terribile inverno. Da questo punto mi accorgo di aver raggiunto la prima strada che costeggia il versante est del monte, la percorro verso sud dove la carta che porto appresso indica il sentiero che in realtà intendevo fare. Ritrovata la "retta via" mi spingo sui pascoli sommitali; frugale pasto per poi ripartire alla volta della cima ma diversamente dalle altre volte scelgo di scendere in direzione del crinale nord, nei pascoli di Ca Sant'Ubaldo e spingermi sulla cima del Paganuccio dal punto più ripido. Mi sottopongo così a una lunga ed estenuante arrampicata in un bosco che custodisce gli ultimi faggi di questa montagna, molto utili come appiglio per riprendere fiato. Raggiunta la cima, contraddistinta da un piccolo pilastro, mi rituffo nel bosco ma dal meno ripido versante est verso Ca  i Fabbri, casa colonica esistente dal XV° secolo ora rimessa a lustro per ospitare corsi universitari. Questa è la mia ultima tappa dell'escursione, da qui proseguo sulla strada che attraversa i fitti boschi verso sud fino ai pascoli per poi scendere finalmente sul sentiero mancato all'andata verso San Gervasio. L'ultimo tratto del  percorso scende velocemente, è caratterizzato da giovani e fitte boscaglie, magnifici scorci sul borgo dal quale sono partito e i monti delle Cesane, in fine si giungere in una stretta valle solcata da un ruscello detto del Leccio che seguo fino al piano, fino a casa.

Eccovi le foto di questa lunga ed intricata escursione sul monte Paganuccio.

Inizia il cammino ed ecco l'antica costruzione ormai dominata dalla vegetazione.
Bel fiore candido.
San Gervasio e sullo sfondo i monti delle Cesane.
La "via dei boscaioli" custodita dagl'alberi.
Sentiero chiuso!
Bel faggio strapazzato dall'ultimo inverno.
Il bosco trasforma la vecchia strada in sentiero.
Fuori dal bosco tra ginapri, ginestre e qualche pino...si avvicinano i pascoli sommitali.
Restano alla fine solo macchie di ginepro e poi i liberi pascoli!
Bel fiore scorto in prateria.
Visione panoramica dei prati del Pian Piccolo.
Altri bei fiori.
Superato il promontorio conosciuto come Pianaccia in direzione nord, ecco aprirsi alla vista i pascoli detti Il Soldo e la cima del monte Paganuccio.
Albero solitario.
Linee sinuose nella prateria.
Si scendde verso il versante nord del paganuccio sul sentiero che porta a Ca Sant'Ubaldo.
Ed eccola Ca Sant'Ubaldo!
La faggeta sulla ripida costa che da Ca Sant'Ubaldo si inerpica fin sulla cima.
Sul tetto del Paganuccio vengo accolto da un comitato di cavalli per congratularsi della mia impresa!
Il sentiero per Ca i Fabbri, ancora circondato da faggi.
Ca i Fabbri rimessa a lustro.
tratto finale il sentiero di ritorno verso San Gervasio.
Bel panorama, in basso San Gervasio posto sulla collinetta, la val Metauro e i monti delle Cesane.
Altra panoramica sulle Cesane.
Alberi mi sbarrano il passaggio.
Ormai manca poco una discesa ed è fatta!

Guarda la mappa del mio itinerario sul monte Paganuccio.

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